Mario Ferrari
1997
Bravi e belli: proprio così. Sappiamo tutti benissimo che è brutto e a volte arrogante autocelebrarsi, ma questa volta ce lo siamo proprio meritato e quindi è giusto che godiamo dei nostri successi. Sono anni che lavoriamo, un po’ tutti, chi primae chi dopo, per portare avanti il nostro progetto e realizzare i programmi che ogni anno ci prefissiamo.
Ora, dopo lunghe battaglie, qualche piccola sconfitta, tante vittorie, cominciamo a raccogliere frutti e soddisfazioni. Il nostro nome e marchio sono presenti ovunque; la nostra presenza in fiera, sebbene sempre più nascosta è ormai un impegno da soddisfare inderogabilmente; il nostro stand, la nostra cucina e soprattutto la nostra allegria sono ricercati tra i padiglioni da molti amici, soci o altre persone che nemmeno conosciamo, ma che si divertono a venire a trovare le giacche verdi. I rangers, come spesso ci chiamano, sono contenti di accogliere i visitatori, di spiegare tutto agli interessati, di mostrare i loro gioielli, i tre trekking realizzati a tutti coloro che chiedono informazioni. Tante sono le persone che ogni anno visitano il nostro stand, che vengono attratte dal nostro modo di essere , che ammirano il nostro meraviglioso angolo in fiera e che apprezzano la nostra divisa. Tutto ciò ci riempie di gioia, perché l’immagine è la nostra carta d’identità. Portata con fierezza da tutti, sempre in ordine, pulita, completa in ogni particolare, la nostra divisa ci caratterizza in maniera unica tra i vari gruppi esistenti e dà a tutti un’idea di unità e di perfetta sintonia. Qualcuno nel corso degli anni ci ha accusato di essere un gruppo chiuso, non disposto ad accettare nuovi arrivati. A costoro mi sento di rispondere che più che una mancanza di disponibilità da parte nostra, troppo spesso ci siamo imbattuti in persone che apprezzavano la nostra divisa, il nostro lavoro e la nostra filosofia, ma che in realtà appena si accorgevano che il nostro era un operare umile, faticoso e continuativo, si lasciavano sfuggire l’attimo fulmineo in cui lo stemma cucito sul petto entra dentro di te e ti cambia veramente il modo di vivere il mondo del cavallo. Bravi quindi ragazzi per la nostra serietà, la costanza, la voglia di fare e di emergere. Bravi per la disponibilità a sacrificare parte del nostro tempo e soprattutto per saper mantenere, nonostante gli anni che passano, lo stesso entusiasmo e la stessa voglia di ritrovarci ogni volta sia possibile. Bravi infine a tutti, me compreso, per saper sopportare tutt’oggi il Grande Vecchio: a volte stressante, a volte troppo premuroso, ma senza del quale tutto questo lavoro non avrebbe senso. Bravo Italo.