
Che ci fanno una ventina di cavalieri di Natura a cavallo, quasi tutti veneti, a Monte Romano, cuore della maremma laziale, per il “ponte” del 25 Aprile ?
E’ una domanda che si sono fatti in molti. Sette ore circa in auto con trailer in andata ed altrettante in ritorno; rischio di traffico intenso, meteo pessimo, prevista pioggia in abbondanza, vento forte, grandinate, forse anche neve.
Giovedì 21 aprile i telefoni si sono surriscaldati. Partiamo ? Non partiamo ? Cosa facciamo ? Il mitico “Teseo”, grande nell’affrontare il Minotauro ma ammaliato da Arianna principessa di Creta, (pardon Rossana principessa del Bosco), pensava che era meglio evitare il labirinto del “meteo.it”. e che asciutti si sta meglio.
C’è voluta la determinazione, il piacere dell’avventura e un pizzico di incoscienza dei responsabili Mauro e Nicola per dire si parte. “Chi non ha ………. “fegato” stia a casa. Non sia mai che “Natura a cavallo” non mantenga un impegno preso. Ci aspettano, si va”.
Tutti obbedienti e fedeli, qualcuno raccomandandosi a San Antonio da Padova, altri alla Madonna di Monte Berico, sono partiti. Ed hanno fatto bene, molto ma molto bene. Anche questa volta Mauro e Nicola hanno avuto ragione, non per niente sono i nostri presidenti.
Ma dov’è Monte Romano e cosa ci sarà di così importante ?
Monte Romano è un piccolo borgo dall’aspetto sei-settecentesco, memoria di storie importanti e di grandi civiltà, etrusca e romana, custode di importanti testimonianze, medioevali e rinascimentali, il tutto immerso in contesti ambientali incorrotti che contribuiscono a creare luoghi di grande pregio e bellezza.
Nella foto panoramica la Piazza centrale di Monte Romano dove si sono radunati più di 150 cavalieri per il pellegrinaggio in onore di San Antonio Abate
E’ situato al centro della Maremma laziale, nella Tuscia Viterbese a ridosso dei Monti della Tolfa. Terra di cavalli e di vacche che vivono allo stato brado, ancora selvaggia ed incontaminata anche se si trova a circa un’ora di auto da Roma. E’ una terra antica, abitata da gente fiera, da persone in cui conta ancora la parola data. Per chi ha partecipato è stata un’avventura ed un momento culturale unico, un ritorno alla tradizioni del passato e l’occasione di vedere all’opera i butteri, veri ed unici mandriani a cavallo della nostra Italia. Abbiamo attraversato con il nostro amato cavallo un territorio ancora integro, una natura che non è stata ancora rovinata dal “progresso” in cui animali allo stato brado vivono secondo le regole della natura stessa. E’ stata anche un’occasione per vivere con la gente del posto, conoscere le loro tradizioni, la loro grande ospitalità, i loro cibi squisiti, fatti di prodotti genuini e di sapori antichi, cucinati dalle sapienti mani delle signore di M. Romano.
Alla Festa della Merca abbiamo assaporato il gusto di cantare a squarciagola a cavallo, guidati dalle possenti voci di Vincenzo e Luca, uomini di grande simpatia, in grado di animare qualsiasi festa, dotati di un’allegria contagiosa, sempre pronti alla battuta e sempre disponibili quando serve.
Nella passeggiata di sabato 23 aprile abbiamo apprezzato le varie specie floreali che caratterizzano il territorio: il mandorlo, il melo selvatico, il biancospino, l’azzeruolo, l’albero di Giuda, il rosmarino , l’olivo, il gelso e goduto del magnifico panorama che spazia dal mare, alla Valle del Mignone, fino all’entroterra Viterbese.
Domenica 24 Aprile, assieme a più di centocinquanta butteri a cavallo, abbiamo attraversato tutto il territorio del poligono fino alla rocca di Respampani dove la pro loco aveva predisposto un pranzo a base di piatti locali veramente squisiti.
Nella foto la Rocca di Respampani
Il poligono militare è un territorio di più di sessantamila ettari di colline, boschi e radure incontaminate dove vivono allo stato brado circa mille cavalli maremmani e tolfetani assieme a quasi duemila vacche dalle lunghe corna. Un territorio integro con numerose presenze di animali selvatici: cinghiali, istrici, falchi, poiane e, sembra, anche il lupo.
E’ stato un grande pellegrinaggio in memoria di san Antonio Abate, protettore degli animali ed in suo onore, a cavallo, è stata portata la croce a lui dedicata da Monte Romano fino alla Rocca.
Nella foto Sante e Nicola Primavera hanno guidato il pellegrinaggio in onore di San Antonio Abate
Nella foto Mauro Ferrari Presidente nazionale Natura a cavallo si è alternato a Sante Primavera nel portare la croce.
Alla messa nella chiesetta a lui dedicata tutti ci siamo commossi nel sentire la “preghiera del Buttero”. Preghiera scritta a quattro mani da Eleonora e Domenico, butteri del posto che sono diventati nostri amici e che speriamo di rivedere presto. Sei ore a cavallo tra andata e ritorno passate troppo in fretta.
Lunedì 26 Aprile è stata l’apoteosi. Guidati dalla sapiente esperienza di Sante , dalla bravura ed entusiasmo di Nicola, abbiamo visto i butteri all’opera. Passando dalla raccolta della mandria, alla presa con il lazo, alla “merca” vera e propria abbiamo “assaporato” come lavorano i cowboy italiani. Decisione, rapidità, bravura ed attenzione in ogni momento per non far male all’animale ed all’uomo. Grandi professionisti. Il tempo è volato, quattro giorni indimenticabili sono passati in un attimo. Grazie ancora a chi ha organizzato questo evento e che ha insistito per partire.
Bruno Carta